mercoledì, marzo 29, 2006

che cacchio!

L’UNDP ha calcolato che basterebbero 40 miliardi di dollari, lo 0,1% del prodotto interno lordo mondiale, per garantire a tutti, in tutto il mondo, i servizi sociali di base. Ogni anno spendiamo circa 1000 miliardi di dollari in armi, quasi 500 in pubblicità, 50 in sigarette, 11 in gelati. E circa 20 in cibo per animali.

Accettare e essere accettati

Ultimamente mi sono trovato a riflettere su cosa significhi “accettare gli altri” ed “essere accettati dagli altri”. Vorrei sapere cosa ne pensate voi. Cosa significano per voi queste espressioni. Se vi piacciono o le cambiereste. Qual è la qualità dei vostri rapporti interpersonali. Se vi soddisfano o meno. Cosa desiderereste e cosa vorreste migliorare… Sarebbe interessante anche il racconto di qualche esperienza personale in particolare, incluso il relativo – e eventuale – sfogo, così da poter parlare di un argomento che riguarda tutti – ma su cui ci si confronta sempre troppo poco!, dacché viviamo in una società e con gli altri abbiamo a che fare tutti i giorni.

Arsenal - Juventus 2-0

Un giochino idiota dopo la disastrosa partita di ieri all’Highbury.
Chi sostiene che la Juve possa ribaltare il 2-0 inflittogli dai Gunners posti una crocetta, chi sostiene il contrario, posti un pallino… così almeno facciamo due conti.

domenica, marzo 26, 2006

è arrivata?

cacchio, oggi fa caldissimo. 17 gradi diceva il termometro alle cinque. forse è la volta buona per la primavera? potremo ricominciare a fare sport all'aperto e a girare in maglietta? bene bene, sono gasato....

giovedì, marzo 16, 2006

Confronto televisivo Prodi-Berlusconi

Ci terrei a fare un’osservazione sul dibattito televisivo Prodi-Berlusconi. Dopo lo “scontro” ho sentito un discreto numero di commenti di opinionisti e giornalisti di diverso schieramento, che mettevano in luce la valanga di numeri portati dal nostro Premier. Nessuno di questi nella sua analisi, però, ha messo in luce un elemento tanto banale, quanto determinante.
La mossa di portare tanti numeri a proprio favore non è altro che il tentativo, disperato – capirete poi perché, di dare una patina di oggettività e di indiscutibilità a ciò che viene detto.
In fondo si pensa sempre che i numeri siano numeri e che i dati siano dati e che non ci sia nulla da dire. Quindi chi porta certi numeri a suo favore può solo essere accusato di averli falsificati, se ci sembra che le cose non funzioni, nonostante ciò che ci viene detto. Ma, a ben vedere, la realtà è un’altra. I numeri, così come i dati, e questo viene troppe volte dimenticato, non sono nulla, se non in un contesto che ci offra la chiave corretta per interpretarli.
I meri dati sventolati così, sradicati da un quadro teorico più ampio, non ci dicono nulla sulla realtà, ma sono mere armi retoriche per difendere una posizione spesso pericolante.
Perciò volevo consigliare di fare sempre molta attenzione ai signori che impugnano i numeri, o i dati, come clave. Più che un segno di forza, è sovente un manifesto segno di debolezza della propria posizione.

domenica, marzo 12, 2006

Tutto nàcque....

Ecco come nacque, circa 13 anni fa, la mia passione per l'informatica....

giovedì, marzo 02, 2006

Una fiamma di speranza

Spero che i valori delle Olimpiadi possano rimanere su Torino anche oltre gli eventi di questi giorni, e che siano veri e sentiti. Per questo lascio questa fiamma ideale nel nostro blog:





























mercoledì, marzo 01, 2006

Consigli per la lettura

Per chi volesse aprire gli occhi su una realtà più complicata e diffusa di quanto si crede, quella dei disturbi dell’alimentazione, consiglio la lettura del romanzo autobiografico di Marya Hornbacher dal titolo “Sprecata”. Un romanzo inquietante e ricco, in grado di stravolgere le poche idee – sensate??? – che abbiamo su questo fenomeno e sulla sua portata.
Sarei lieto di portare avanti uno scambio di opinioni con chi l’ha letto o lo leggerà, estendendolo al tema scottante che tratta, con osservazioni, commenti, eventuali testimonianze ecc.
Chiudo con una citazione di cui ignoro l’autore – ammesso che esista!, anche perché la fonte da cui l’ho tratta – un romanzo di Amélie Nothomb – lo tace: “In fondo, la gente non legge; o, se legge, non comprende; o, se comprende, dimentica”.