Per chi volesse aprire gli occhi su una realtà più complicata e diffusa di quanto si crede, quella dei disturbi dell’alimentazione, consiglio la lettura del romanzo autobiografico di Marya Hornbacher dal titolo “Sprecata”. Un romanzo inquietante e ricco, in grado di stravolgere le poche idee – sensate??? – che abbiamo su questo fenomeno e sulla sua portata.
Sarei lieto di portare avanti uno scambio di opinioni con chi l’ha letto o lo leggerà, estendendolo al tema scottante che tratta, con osservazioni, commenti, eventuali testimonianze ecc.
Chiudo con una citazione di cui ignoro l’autore – ammesso che esista!, anche perché la fonte da cui l’ho tratta – un romanzo di Amélie Nothomb – lo tace: “In fondo, la gente non legge; o, se legge, non comprende; o, se comprende, dimentica”.
9 commenti:
il libro non l'ho letto...non so se ne avrei la forza....sono stata a contatto con la bulimia per tre volte, con tre intime amiche...purtroppo non ho mai saputo trovare le parole giuste. ma ci sono stati momenti anni dopo in cui ho capito il loro disagio. so cosa vuol dire quanto l'unica soluzione ai problemi è strafogarsi di schifezze fino a sentirsi nauseata. fortunatamente il pensiero poi di vomitare tutto non mi ha sfiorata.
ma questa malattia colpisce solo donne o anche uomini?
Più donne che uomini... per un retaggio culturale, per quanto ho avuto modo di cogliere dalle cose che ho letto.
Riguardo all'anonimo, beh, che tu non abbia voglia di leggere il libro lo capisco. In fondo tu sembri aver capito che i disturbi dell'alimentazione non sono manie o mode passeggere, ma disagi profondi, radicati nel nostro io - e nella nostra società.
Quel libro mi ha aiutato a capire che esiste, sempre e comunque, un senso delle cose, anche se deviato, probabilmente perché è un'esigenza che ci pervade come uomini. Un'altra cosa che ho imparato è che dove è tanto forte la volontà di annientamento (espressione pessima, ma non mi è venuto in mente altro!), altrettanto forte è la spinta vitale. Per questo - e molti altri motivi - ho trovato quella lettura inquietante (perché ci dice molto su ciò che non funziona nella nostra società e nei nostri valori), ma estremamente utile.
donne.... siate più uomini!
... O uomini... siate più donne.
marco, percaso sei dell'ufficio contestazione a tutti i costi? o l'avvocato delle cause perse?
perchè, di grazia, auspichi che bulimia e nevrosi si diffondano di più anche tra gli uomini?
No. Mi pare un commento fuori luogo. Ciò che indicavo è che il fenomeno in questione richiede più apertura e comprensione da parte degli uomini. Il disagio in questione, alla fine, ruota molto attorno a un problema di riconoscimento. Gli uomini dovrebbero riconoscere le donne e le loro esigenze come tali, e le donne dovrebbero riconoscere loro stesse come donne e accettarsi (NB l'accettazione in questione implica amore, cura e stima di sé). Il mio era un "ribaltamento" provocatorio, perché i disturbi in questione non sono prettamente femminili, perché il sesso femminile è un sesso "malato" o "tendente alla malattia". Ci dicono invece molto sui nostri valori, sulle nostre famiglie, sulla nostra società e sulla qualità del rapporto tra i sessi diversi.
La soluzione, in fondo, non è mai diventare ciò che non si è, ma ciò che si è e far maturare il piccolo tesoro che ognuno custodisce in sé.
ho chiesto preventivamente proprio per questo motivo se le vittime di questa malattia fossero in maggior numero donne.
La società c'entra sicuramente ed è anche colpa degli uomini che preferiscono un certo tipo di donna. Ma alla fine bisognerebbe ragionare con la propria testa e capire quali sono i propri limiti, affrontarli col giusto spirito. Penso che purtroppo le donne siano più deboli per tanti motivi, tra cui retaggi culturali e ancestralità, ma anche per questioni fisiche e ormonali. Vorrei avere più tempo per documentarmi di più su questo....
Appunto il libro in questione è già una buona testimonianza per riflettere un po'. Almeno lo è stato per me.
Posta un commento