Un sottile cinguettio si infiltrava nell’aria come una fettina di salame in un panino. San Francesco avrebbe sorriso. Il gigante era scontroso. Il suo giardino era spoglio, gelido, privo di vita.
La primavera l’aveva lasciato con quel bambino, e, a quel cinguettio, scoppiò a piangere.
Le sue lacrime fecondarono la terra gelida e arida. Il suo giardino si colorò. Il bimbo saltò tra le sue braccia. Sentì dei battiti nel petto che sinora aveva ignorato… possibile?... anche lui aveva un cuore? Si accorse, per una volta, di avere amato.
Ora pare riposi in pace in un giardino di fiori, all’ombra di una grande sequoia, accarezzata da una brezza leggera e dal semplice sorriso di un adulto sognante… del bambino che aveva amato. Si dice non si senta più solo.
Sally si era chinata innocentemente a raccogliere dei fiori. Il lupo le era alle spalle pronto per ghermirla. Jon gridò. Il suo grido si trasformò, nella mente della bimba, nell’impulso di correre per provare a prendere il vento con le mani protese.
Il lupo spalancò le sue fauci verso Jon, urlando di rabbia. Sapeva di non poterlo inghiottire, provò a spaventarlo. Lui, di scatto, strinse i braccioli della sedia, come terrorizzato, per scoppiare poi in una fragorosa risata, che irritò la belva famelica.
Si dice che quel giorno i fratelli Grimm fossero andati a caccia, ma una caccia particolare: a caccia di storie. Lo facevano sovente, almeno così pare. La loro casa risultava essere piena di fate, di nani, di serpi, di re, di streghe, di fanciulle meravigliose. Vi aggiunsero un uccello d’oro. E in suo onore, pensarono di dare un banchetto allietato dalle note originali di un gruppo particolare di quattro musicanti, giunto per l’occasione da Brema.
Jon si stupì, si rese conto che Sally quel mondo ce l’aveva in testa, ma non l’aveva mai sfiorata l’idea che fosse proprio quello il mondo in cui viveva. Che il suo mondo fosse proprio il suo mondo.
Lui avrebbe voluto dirglielo, ma non era Hans, non era Jacob, non era Wilhelm. Però quanto avrebbe voluto dirglielo!… forse neanche loro avrebbero potuto dirglielo, perché… doveva scoprirlo da sola.
La notte non accennava a scendere e non pareva far freddo, anche se dalla casa di marzapane fumava il camino. Hänsel e Gretel erano ancora a casa, nemmeno loro, come Cenerentola, sapevano ancora nulla di quanto sarebbe accaduto e continuavano a sognare i sogni dei bambini e a giocare i loro giochi. Forse fino ad allora non avevano mai pianto e avuto paura, non sapevano manco cosa voleva dire. Furono i grandi a insegnarlo loro…
Pare che Hänsel si sia sposato con una ragazzina simpatica che ha scoperto essere una fata e vivano in una piccola casa in riva al mare. Gretel invece ha sposato un taglialegna, come suo padre. Lui non le fa mancare il pane, il sorriso e il calore di un ciocco nel camino e dell’amore in un letto. “E vissero felici e contenti”… sì, stavolta è proprio così!Certo che quel bosco, pensava Jon, è proprio abitato da esseri buffi, la maggior parte dei quali non ha tempo che per giocare, correre dietro agli animali, respirare l’aria a pieni polmoni e sudare per vivere. Nessuno si cura di produrre bombe, collezionare diplomi e titoli onorifici. Ognuno porta le sue scarpe e non pesta i piedi agli altri. Ognuno vive fiducioso nel futuro, benché ignaro di ciò che potrà accadergli. Quanto… (Continua...)
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