mercoledì, giugno 20, 2007

la mariarosa

il ragazzo di campagna di pozzetto è un film che rappresenta bene una situazione sempre più diffusa intorno a me, nel mio piccolo mondo. gente che ha bisogno di scappare, che fugge altrove per trovare se stessa... ma alla fine trova quello che cerca proprio dentro di sè, a un passo da dove sono le sue radici. pensateci.

10 commenti:

Piggio ha detto...

insomma un podo per raggiungere il proprio io
chi va in oriente e chi va in città.
Secondo me fa bene per capirsi
Il problema è non dimenticarsi di tante cose

vita ha detto...

Il tema del "viaggio", secondo me, è solo la proiezione all'esterno del bisogno di scoprirsi. E' una necessità che non va soffocata, anche perchè, - a costo di dire una di quelle banalità colossali-, se non ti allontani come fai a sentire il desiderio di tornare? (perdonatemi, lo so che è strasentita).
E anche con se stessi è uguale: se non vai oltre quello che è il tuo mondo, le tue abitudini, anche un po' tradendoti all'apparenza, come fai a dire di conoscerti? Come fai a sapere chi sei davvero e cosa non sarai mai?

gds75 ha detto...

non dirlo a me, io sono di napoli vivo in una città dove tutti, anche quelli che prorpio non hanno di che lamentarsi, dicono che da qui si deve solo scappare... peccato che il 99% poi non ha il coraggio e il 99% di chi se ne va torna ma molto rapidamente!!!
basterebbe non essere ipocriti e saper apprezzare quel che si ha!

Marco ha detto...

Non posso che concordare con entrambi. Il viaggio non è forse altro che, paradossalmente, una gran metafora del ritorno a casa.
Quel film di Pozzetto, sotto la patina del riso e del divertimento, anche sguaiato, talvolta, nasconde molto di noi stessi. Delle nostre emozioni, dei nostri comportamenti e della nostra civiltà. Concordo molto con Vita, in fondo è il limite a de-finire le cose e viaggiare è un tentativo di oltrepassarlo, per vedere cosa c'è fuori E cosa c'è dentro! Concordo anche con Gds75: è molto importante saper apprezzare cosa si ha e dove si vive, perché sono davvero pezzi di cuore, e non bisogna vergognarsi a dirlo. Chiuderei con una battuta di Gaber che il tuo intervento mi ha ricordato: "Non si è mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente"...

Massimiliano Fattorini ha detto...

il viaggio come riscoperta di se stessi è sempre un tema che mi affascina, non so quante colte ho letto on the road (anzi quasi quasi me lo porto anche in madagascar), l'importante è che ovunque si vada ci si riporti almeno il ricordo di dove si è partiti.

max
http://lapiccolacasa.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Non può essere così riduttivo Marco:messa così la fai una coglionata evitabile, quella cosa che è viaggiare. Non si viaggia solo per scoprire se stessi o per conoscersi meglio o per paura e noia di non trovare altra scappatoia...non è così, se sei un viaggiatore. Quello è un'altra cosa. Quando vedi un orizzonte e dentro bruci dalla voglia di raggiungerlo ed oltrepassarlo, vedere cosa nasconde e non lo puoi evitare,beh, allora si che stai viaggiando, altrimenti stai solo facendo strada. E quella la puoi fare anche restando a due passi da casa, perchè non è il cambio dei fondali e degli scenari in cui ti muovi ciò di cui hai bisogno, ma semplicemente seguire un percorso ed un ritmo che ti permettano di guardarti dentro. E questo non è viaggiare, nemmeno se per farlo sei andato in Patagonia ed hai seguito le orme di Chatwin fino a Ushuaia.

Marco ha detto...

Effettivamente ciò che dici non è sbagliato. Ma non credo che un viaggio che non sia "fare della strada", sia un viaggio. Poi comunque il viaggio è conoscere, incontrare, ma anche raccontare, ricordare, confrontare, cambiare e maturare. Per questo porta in sé l'elemento del ritorno. Non credo che il senso del ritorno faccia del viaggio una cagata evitabile, credo, semplicemente, che riesca a dare profondità e direzione al viaggio stesso. E lo stesso senso del ritorno fa sì che non si viaggi solo per noia, paura o chissà cosa.

Pippi ha detto...

Non posso che aderire completamente a queste tue parole.

P.S. http://smokingdays.wordpress.com/

Trovi nell'altro mio blog un post di oggi "La Casa", il senso di quel post l'hai scritto tu qui il 20 di giugno.

Zazie ha detto...

Talvolta, è davvero così! Si hanno cose importanti proprio qui, accanto a noi...

E, forse, è questo il motivo per il quale sono così "ancorata" alle mie radici!

Marco ha detto...

Ne Zazie! :P