forse è un peccato che le meschine occupazioni di tutti i giorni ci tolgano il tempo di vivere cose belle come l'amore o l'amicizia, ma se pensiamo a chi lavora in una piantagione di canna da zucchero in Brasile e non ha neanche il tempo di morire possiamo facilmente capire che c'è chi sta peggio di noi. Chi non ha un lavoro anche qui da noi e non può permettersi quegli stupidi status symbol che vede a tutti intorno a sè.... o addirittura non sa se oggi mangerà.... è un peccato che non si riesca ad esser felici per quello che si ha, anche se è già tantissimo.
11 commenti:
Forse potremmo trovare un equilibrio, se lo cercassimo...
hai ragione ramskilo. ma spesso si aprrezzano di più le cose..anche semplici della vita. proprio quando non le hai più strano vero?
Strano sì ma a me fa incazzare come una iena questo modo di fare. anche se, ovvio, facendo parte del genere umano a volte ci casco anche io... BASTA!
sono d'accordo su quello che dici al 100% ma spesso c'è chi una questo criterio per smorzare il pensiero critico, se qualcosa non va e uno prova a lamentarsi è troppo facile usare il paragone di chi sta peggio per etichettare come esosi.
Lo sto vivendo sulle mie spalle al lavoro, una lamentela è diventata una rivolta ingiustificata che sta portando ad una vendetta da parte di chi comanda su noi che alla fine abbiamo sempre lavorato.
c'è chi sta peggio è vero, ma quando c'è da sbattere i pugni lo si deve fare gurdando a se stessi.
scusa lo sfogo!
giusto anche questo. sapere che c'è chi sta peggio non deve essere un limite per migliorarsi. sempre.
Ottima discussione davvero! In fondo, flower1, solo quando una cosa la si è persa, o la si sta perdendo, ci si rende conto del suo valore e dello spazio che occupa nella nostra vita. Non credo sia un modo di fare, ramskilo, ma un modo di sentire, che poi faccia incazzare, concordo!
Gds75, penso che, lamentarsi se qualcosa non va, o se qualcosa ci fa star male, non sia assolutamente sbagliato. Certo ci sono persone che stanno oggettivamente peggio di noi, ma quel che conta è la sofferenza che si prova, io posso star male per una cosa profondamente stupida, ma non cesserò di star male finché non l'avvertirò davvero come stupida e prenderò quell'occasione come possibilità per conoscermi e migliorarmi, in vista del mio benessere (che si riflette sugli altri). I ragionamenti in astratto del tipo "C'è chi sta peggio di me", sulla nostra pelle, lasciano il tempo che trovano.
e se per un giorno fossimo tutti felici?.....
già basta poco, creamy....
per esempio nonostante una giornata pesante è bastato un sms che mi è arrivato a farmi cambiare umore... marco, è un modo di sentire ma cozza contro la logica. Non sono d'accordo sul "lamentarsi": solo sul termine che hai usato, perchè ha una connotazione troppo negativa. per il resto condivido anche quello che dici tu.
Vero. I modi di sentire, spesso, cozzano contro la logica, ma questo serve per far sì che ci si misuri sempre con se stessi, non solo con la logica. Sì, forse, lamentarsi è un termine fuorviante, ma non me ne vengono in mente altri. A dire il vero, poi, colui che si è lamentato per eccellenza era Giobbe, ma non ha mai frignato!
Giobbe covatta? :)
Perché no!?
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