domenica, ottobre 08, 2006

Walter Veltroni

Ho ascoltato con piacere l'intervento di Walter Veltroni a "Che tempo che fa". Per quanto non conosca a fondo l'uomo e la sua storia, quest'intervista mi ha confermato l'impressione che, se in parlamento ci fossero centinaia di Veltroni, in Italia si scriverebbe un'altra storia.

14 commenti:

Sonia ha detto...

esplica il concetto, perché lesinare le parole sono aggratisse

Marco ha detto...

Se ti riferisci al discorso dell'altra storia, cerco di esplicare. Direi che dai discorsi di Veltroni emergono le capacità comunicative notevoli, una visione acuta delle cose e della vita, una raffinata, per quanto sempre contestabile, intelligenza politica e uno spessore umano che pochi personaggi hanno. Direi che tra lui e la maggior parte dei politici passa la differenza che c'è tra un onesto, o disonesto, mestierante, e un grande, e serio, attore.

Sonia ha detto...

a cosa mi riferisco scusa?
cos'è il discorso dell'altra storia? ho letto solo il tuo breve post "Walter Veltroni". concordo sul tuo bel pensiero sul compagno Walter ma non sulla spicciola generalizzazione.

Marco ha detto...

Intendevo se quella che tu chiami ora "spicciola generalizzazione" fosse quella relativa all'altra storia, che si scriverebbe in Italia, se in parlamento ci fossero centinaia di Veltroni. Credo che si possa vedere come generalizzazione, ma, perlomeno, non credo spicciola, anche se l'espressione usata era grossolana. Voleva essere volutamente provocatoria... è impossibile un parlamento con centinaia di persone come Veltroni, ma proprio questa impossibilità dà da pensare sullo stato del nostro Parlamento, di noi come cittadini e sull'impegno/disimpegno politico che accomuna maggior parte dei cittadini del mondo. Ps Ogni generalizzazione è fuorviante, ma può fungere da metro di paragone per un'analisi più mirata... grazie per le richieste di chiarimento.

Ramskilo ha detto...

basta con questo appellativo di "compagno"! è anacronistico, non significa niente ed è antipatico. La politica non può essere vista come l'idolatria di un ideale vecchio. La politica deve essere il risolvere problemi.

Sonia ha detto...

w la democrazia...

Marco ha detto...

Democrazia = potere del popolo (o "al"... ma non sottilizziamo troppo!) vs Monocrazia = potere di (o "a") uno solo. C'è chi ce l'ha con gli appellativi vestusti (e ne comprendo il motivo), chi invece con le generalizzazioni spicciole, e, stante alle definizioni, mi pare sia un perfetto esempio di esercizio democratico...

Ramskilo ha detto...

non è mica un'imposizione categorica, io la penso così, parliamone...

Anonimo ha detto...

ma in democrazia, non si dovrebbe avere tutti le stesse possibilita' di vita, stare bene, poter pensare a un futuro.................
un lavoro per tutti, la casa ecc.ecc.
come fa ad essere democratico un paese in cui e' in atto una lotta di classe, ma non una lotta di classe come eravamo abituati a pensare, è una lotta al contrario, dove c'è una classe dirigente che sta tentando in tutti i modi di indebolire economicamente e, quel che è peggio, moralmente il ceto medio basso.
non vedo troppa democrazia in questo.
poi sono convinto di un'altra cosa, oggi in italia non arrivi al potere se non sei corrotto.
e, il "compagno"Veltroni è al potere.

Marco ha detto...

Qua si soffre del tipico vizio italiano di slittare di significato, cambiando il contesto, dei termini, cerchiamo di fare ordine.
Qui era in questione se il blog fosse democratico, non se l'Italia fosse un paese democratico. Tralatro come se esistesse davvero un prototipico paese democratico, perché quello descritto, ahimé sembra o Utopia di Tommaso Moro, o un Montecarlo versione medio bassa.
La democrazia è altro che lo stato economico-patrimoniale del cittadino, o la sua qualità di vita, ma la possibilità di avere acesso al potere direttamente o delegando altri per sé, da cui dovrebbero, teoricamente, conseguire effetti benefici su tutti gli altri aspetti della sua vita.
Non mi pare che ci sia in atto una lotta di classe al contrario, semplicemente il contadino munge la vacca, ahimé, o ahinoi, è così. A volte per "crudeltà", altre per incapacità, più spesso per ignoranza... poiché non sa per nullacome vive la vacca, e quali esigenze abbia.
Un'altra cosa è il discorso di arrivare al potere, può benissimo essere che i normali intrallazzi informali, che intessono le nostre reti di relazioni quotidiane, possano essere definiti, quando si è "in alto", "corruzione". Ma non generalizzerei sul "sono tutti corrotti" (perché, poi, non si potrebbe far cose buone, anche "essendo corrotti"???... gli angioletti li lascerei al paradiso cristiano! ;-)) e soprattutto non precluderei la possibilità che esistano persone che abbiano le qualità e le caratteristiche per governare seriamente o una città, o una provincia, o una regione, o una nazione... altrimenti si è davvero al livello dei postmoderni per cui il mondo è diventato favola, dove non c'è più responsabilità, quindi né libertà, né civiltà, con l'aggravante che la favola si declina in una costante e necessaria tragedia, perché la politica è e resterà "quella cosa sporca", e noi dei piccoli, ma piccoli piccoli Pilato, che vagano per il mondo, lavandosene le mani.

Marco ha detto...

Mmm... chiedo scusa per l'errore iniziale! Volevo scrivere "di slittare il significato", invece di "di slittare di significato".

Ramskilo ha detto...

da vero filosofo e uomo di cultura, un'analisi accurata! bravo il nostro Platone!

Gift ha detto...

...E comunque, W er sindaco! E' oggettivamente vero che, per certi versi, Roma è migliorata molto!!

Marco ha detto...

Arrivano i nostri!... a parte la battuta, una testimonianza fa sempre piacere! Grazie