giovedì, aprile 13, 2006

Caroselli Berlusconiani

Riporto di seguito un articolo scritto da una mia amica... Buona lettura!
L’Italia divisa… E lo spettacolo continua!
Caroselli berlusconiani, serietà, democrazia (parola sempre più sospetta), maggioranze, minoranze unioni, scissioni, sistema proporzionale, tasse tolte e tasse aggiunte qua e là, e poi? Un elettorato diviso come la mela di Platone (o di Fantozzi), mentre Mentana, Vespa e gli opinionisti, sempre più preoccupati e sudati, combattono fra una falsa oggettività da mantenere e la paura dell’ignoto. Nella notte la televisione è accesa. Uomini incravattati continuano a parlare ingannando il tempo e dando i numeri. Sì sì, i numeri, ma non perché l’attesa li ha fatti impazzire. Non sono ancora pronti a dichiararsi Napoleone (si sa, Napoleone in Italia è solo uno e nessuno l’ha ancora ricoverato al Cottolengo). Loro danno i numeri in un altro folle senso: cifre, statistiche, proporzioni, schemi, grafici, torte percentuali, ricette di governi futuri… I numeri sono stati i protagonisti della campagna elettorale, peccato che non ci fosse un solo dato certo e indubitabile (Cartesio potrebbe impazzire). Se si fosse trattato di un problema geometrico con tutte queste cifre si sarebbe costruito il famoso ponte sullo Stretto di Messina!
E intanto, a malincuore, lo show sta per finire: chi ci terrà compagnia in questi giorni? Nuovi dubbi tornano ad animare la mente in questa notte di allarme: Albano e la Lecciso sono tornati insieme a ballare il “ballo del qua qua”? E dove è finita Romina?? Dubbi esistenziali a cui nemmeno Heidegger avrebbe potuto rispondere… La televisione continua a risuonare nella stanza buia; si è giunti ad una certezza che catalizza nuovamente l’attenzione: l’Italia è divisa e la maggioranza è incerta. Pannella strepita: “dove sono finiti i voti provenienti dall’estero?”. Qualcuno risponde: “Arriveranno!”. Da quei pochi profughi italiani dipende il nostro futuro! Tutto ciò potrebbe sembrare grottesco, ma una speranza fa breccia nel cuore: il Reality Show della politica non è finito! Non dovremo cambiare canale e guardare Il Grande Fratello; non ci sarà bisogno di animare le nostre tristi giornate agognando di essere Costantino (il tronista, non l’imperatore… è una differenza qualitativa non indifferente!). Prodi e Berlusconi, Fassino e Fini, Rutelli e Casini saranno ancora lì, pronti a polemizzare, a urlare e strepitare mentre il paese, la bella Italia, viene inghiottita nei meandri della televisione via cavo (anche se sarebbe meglio avere il digitale terrestre, ma per questo mese ho già comprato il cellulare rosa uguale a quello di Paris Hilton).
“La situazione internazionale!”, dicono perentori i leninisti di strada. Ma va, quello è un Reality noioso! Meglio Music Farm dove il “Califfo” racconta di essere stato in galera. Meglio Mister B. che si vanta delle mille indagini che ha svincolato e dribblato come Totti con Flavia Vento.
Domani inizierà Studio Aperto e al posto delle Veline ci saranno il Premier decaduto che polemizza su voti e seggi, mentre Prodi salirà su un trono dorato parlando seriamente di economia: TAV di mortadella, ravioli al nucleare… e intanto su un altro canale un nuovo Reality sta per iniziare: no, non è l’aviaria, è una bomba appena esplosa. Certo che non si sa proprio più cosa inventare per apparire in TV!

7 commenti:

Ramskilo ha detto...

Quanto è vero.... ma possiamo sempre spegnerla quella maledetta TV!c'è il telecomando... Qui telecomando io... se sono stupido e non mi vergogno di me stesso a guardare certe cose, la responsabilità è mia... se mi bevo tutti i numeri che mi danno sperando che ce ne sia ancora qualcuno buono sono un illuso... Stupid jerk!

Marco ha detto...

Vero, ma difficile!

Ramskilo ha detto...

non mi sembra poi tanto difficile. perchè è difficile?

Marco ha detto...

Perché il problema non sta tanto in cosa guardi, ma in come lo guardi, almeno credo. Lo "schiavismo" mediatico è nel "come", non nel "che". Almeno per me.

Ramskilo ha detto...

e perchè il "come" determina lo schiavismo? Dobbiamo per forza essere schiavi di qualcosa?

Marco ha detto...

Alla tua domanda non so rispondere, ma è "come" facciamo le cose che ci porta ad essere schiavi, non tanto quello che facciamo. Poi, sai, sono opinioni.

Ramskilo ha detto...

secondo me quello che ci porta ad essere schiavi di qualcosa è la mancanza di qualcos'altro. Tentiamo in questo modo di riempire un vuoto. Oppure è un piacere morboso nel farci del male....